Il processo di ricostruzione dei #pneumatici abbatte le emissioni di CO2 di circa il 30% rispetto alla produzione di un pneumatico nuovo, salvando circa il 70% dei materiali originari del pneumatico. Nel nostro Paese ogni anno, grazie all’uso di #pneumatici ricostruiti è possibile risparmiare mediamente 30 milioni di litri di petrolio ed oltre 20.000 tonnellate di altre materie prime strategiche come gomma naturale e sintetica, nero fumo, fibre tessili, acciaio e rame. In virtù di questi benefici economici ed ecologici, Airp (Associazione Nazionale Ricostruttori Pneumatici), in occasione della presentazione dell’edizione 2016 del Libro Bianco sui #pneumatici Ricostruiti (che si è svolta oggi a Roma), ha chiesto attenzione e sostegno concreto per il settore della ricostruzione dei #pneumatici. “Le possibilità di intervenire – ha sottolineato Stefano Carloni, presidente di Airp - non mancano. Una soluzione possibile sarebbe un credito di imposta a favore degli utilizzatori finali, che nel nostro settore sono in grande maggioranza autotrasportatori. Anche soluzioni legate alla virtuosità ambientale e all’utilizzo dei crediti ambientali come leva di competitività avrebbero senz’altro effetti positivi. È del 29 Settembre 2015 il decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che assegna incentivi a beneficio delle imprese di autotrasporto per il rinnovo e l’adeguamento tecnologico del parco veicolare, nel quale, fra i dispositivi tecnici rilevanti ai fini dell’ammissibilità dei contributi figurano ‘Pneumatici di classe C3 con coefficiente di resistenza al rotolamento RCC inferiore a 8,0 kg/t dotati di Tyre Pressure Monitoring System (TPMS)’. È solo un esempio di un possibile strumento che avrebbe potuto includere non solo le dotazioni in primo equipaggiamento dei mezzi incentivati, ma tutte le forniture in postvendita, per comprendere anche i #pneumatici ricostruiti quali dispositivo atto ad apportare importanti benefici ecologici (ed anche economici) alle imprese di autotrasporto incentivate”.
I lavori del convegno si sono aperti con un intervento di Valentina Mazenga, che ha portato i saluti di Barbara Degani, sottosegretario del Ministero dell’Ambiente. La grande attenzione verso questo settore da parte delle istituzioni è testimoniata anche dall’intervento dell’onorevole Chiara Braga, responsabile ambiente del Partito Democratico. “L’esperienza dei #pneumatici ricostruiti – ha sottolineato - è molto significativa perché rientra nell’ambito della cosiddetta economia circolare, che si pone l’obiettivo di ottimizzare l’uso di materie prime nei processi produttivi. I vantaggi economici, ecologici ed a livello occupazionale apportati dall’uso di #pneumatici ricostruiti sono molto importanti e per questo devono essere comunicati con maggiore efficacia agli utilizzatori finali”. Si è focalizzato sulla questione omologazione e legalità l’intervento di Carlo Maria Medaglia, capo della segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente. Sulla sicurezza dei controlli, infine, è intervenuto Maurizio Vitelli, direttore generale della motorizzazione civile, illustrando il nuovo sistema di revisione dei veicoli da poco in vigore.
A seguito degli interventi di esponenti istituzionali, sono intervenuti Lorenzo Rosso, presidente e ad di #michelin Italia, e Stefano Parisi, managing director europe south region di Bridgestone, che hanno illustrato il punto di vista delle case costruttrici di #pneumatici. In chiusura dei lavori, Fabrizio Fraioli, di Fraioli Trasporti, ha espresso il punto di vista degli autotrasportatori, evidenziando come oggi la scelta dei #pneumatici ricostruiti sia virtuosa sia in termini di riduzione dei costi (i #pneumatici ricostruiti arrivano a costare fino al 30% in meno rispetto a quelli nuovi) sia in termini di impatto ecologico e di diminuzione dei consumi di materie prime.
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