Cookie Consent by Free Privacy Policy website L'Espresso italiano nello spazio come a casa
luglio 31, 2017 - Lavazza

L'Espresso italiano nello spazio come a casa

L’equipaggio della missione spaziale VITA accolto in orbita da #isspresso, l’innovativa macchina espresso a capsule Made in Italy realizzata da #argotec e #lavazza in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana.

Torino, 28 luglio 2017 – Non c’è vita nello #spazio senza espresso. Il caffè è protagonista della missioneVITA (Vitality, Innovation, Technology, Ability), che ha portato #paolonespoli e i suoi compagni d’equipaggio a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).

Ad accogliere l’arrivo degli astronauti un prodotto 100% italiano: l’innovativa macchina a capsule ISSpresso, installata all’interno del Nodo 1 della Stazione Spaziale e realizzata da Argotec e Lavazza- in partnership pubblico-privata con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) - che il 3 maggio 2015, durante la missione “Futura”, ha permesso a Samantha Cristoforetti di poter bere il primo caffè espresso della storia in stato di microgravità. La partnership con l’ASI, che ha coordinato l’esperimento, ha reso possibile il suo trasporto sulla Stazione Spaziale Internazionale, e successivamente attraverso un negoziato con la NASA, l’Agenzia ha ottenuto di mantenere permanentemente attiva la #isspresso in orbita.

Un passaggio di testimone quindi tra gli astronauti dell'Agenzia Spaziale Europea, AstroSamantha e Paolo Nespoli, al terzo volo tra le stelle, che nel corso degli ultimi mesi ha potuto apprendere e approfondire nei laboratori di ricerca e sviluppo di #argotec a Torino tutti i segreti della macchina #isspresso, dagli aspetti tecnici a quelli più pratici di utilizzo.

Portare per la seconda volta il Made in Italy oltre l’atmosfera terrestregrazie all’ambizioso progetto realizzato con #argotec e frutto di tecnica e creatività, ci rende particolarmente orgogliosi” – ha dichiarato Marco #lavazza, Vicepresidente del Gruppo #lavazza.Continua così il nostro viaggio nell’innovazione e poter associare il nome tutto italiano della nuova missione spaziale VITA ad un simbolo italiano ugualmente riconosciuto a livello internazionale, l’Espresso, conferma l’autenticità della nostra ricetta: passione, qualità e voglia di continuare a innovare per essere sempre un passo avanti. La miscela delle capsule A Modo Mio che verrà bevuta nello #spazio è infatti la stessa che si può gustare a casa”.

Dopo 27 mesi di permanenza nello #spazio a 400 chilometri di distanza dalla terra, la macchina #isspresso, vero gioiello tecnologico e ingegneristico, consentirà così a un altro astronauta italiano di gustare un espresso a regola d’arte, nello #spazio come a casa. L’aroma non cambia grazie al gusto equilibrato e bilanciato delle capsuleLavazza: la crema e il caffè non sono miscelate come sulla terra ma sono separate e la tazzina tradizionale diventa invece uno speciale sacchetto detto “pouch”. #isspresso sarà in grado di fare il caffè in condizioni estreme, dove i princìpi che governano la fluidodinamica sono completamente differenti rispetto a quelli terrestri. Le operazioni di preparazione sono invece le stesse: massima praticità e semplicità per un espresso da gustare attraverso una cannuccia. #isspresso soddisfa requisiti molto severi, imposti dalla NASA in termini di compatibilità con i sistemi già presenti a bordo e quelli di interfaccia con gli astronauti ed è inoltre dotata di un dispositivo innovativo che consente la pulizia della linea di erogazione del caffè.

David Avino, Managing Director di Argotec, ha commentato,Oltre al piacere del caffè, l’utilizzo della macchina #isspresso da parte di Nespoli ci consentirà di studiare in orbita fenomeni fisici impossibili da replicare a Terra. Grazie a questo sistema abbiamo già brevettato delle tecnologie innovative in grado di eliminare i depositi di caffè e di acqua prodotti dalle macchinette terrestri riducendo così lo spreco idrico fino al 30%. Una sinergia dunque quella con #lavazza che ci ha portato a vincere un’importante sfida scientifica e ingegneristica di rilevanza internazionale che continua a supportare la nostra sperimentazione”.