Cookie Consent by Free Privacy Policy website 5 settembre: giornata globale di azione per l'Amazzonia. LAV: la vera azione per l'Amazzonia è passare dalle proteine animali a quelle vegetali. lo indicano i maggiori organismi internazionali
settembre 07, 2020 - Lav

5 settembre: giornata globale di azione per l'Amazzonia. LAV: la vera azione per l'Amazzonia è passare dalle proteine animali a quelle vegetali. lo indicano i maggiori organismi internazionali

L'Amazzonia brucia, oggi non meno di ieri. Il problema degli incendi provocati dal disboscamento della foresta amazzonica – fenomeno che si prospetta in crescita per la minore sorveglianza a causa del Covid-19  per la creazione di zone di pascolo per bovini "da carne" o di aree in cui coltiva soia per mangimi, ha fatto il giro del mondo poco più di un anno fa (https://www.lav.it/news/carne-amazzonia-incendia causa della gravità del fenomeno e del suo impatto devastante sugli animali, sull'ambiente e sulla sopravvivenza globale.  

Ai danni noti che la deforestazione comporta, tra i quali meno ossigeno e maggiore emissione di anidride carbonica, quest'anno si è aggiunta la consapevolezza del ruolo di questa attività nella trasmissione (https://www.lav.it/news/deforestazione-e-zoonosidei virus tramite le zoonosi: agire per fermare questi pericoli è ancora più importante. 
 
La Giornata globale di azione per l'Amazzonia del 5 settembre, indetta dall'Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile (APIB) per denunciare la drammatica situazione degli incendi in #amazzonia, cade nel mese in cui l'emergenza fuoco si manifesta con più violenza. 
Nel 2019, in Brasile, si sono sviluppati 51935 incendi in agosto e 53234 in settembre. Quest'anno sono stati 50694 in agosto e già 
3478 al 3 settembre (dati INPE). Le zone colpite sono la foresta (47,8% dei fuochi nel 2020) e la zona limitrofa, il Cerrado (27,1% nel 2020,) la savana dove ci sono vaste coltivazioni di soia (dati INPE). Per gli incendi, nel 2019 si sono persi (dati INPE PRODES10.129.000 metri quadrati di foresta, il 34% in più dell'anno precedente, pari alla superficie di 36.000 campi da tennis. Un recente studio ha confrontato le mappe delle zone bruciate nel 2019 con i luoghi da cui provengono la maggior parte della carne e della soia commercializzate da grandi aziende internazionali del settore. È risultato che i roghi si sono verificati proprio nelle vicinanze delle aree di "rifornimento" per macelli e dei silos collegati ad imprese gigantesche, quali JBS e Cargill, presenti in tutto il mondo. 

Dal 2009 #lav, con la campagna www.cambiamenu.it, sensibilizza consumatori e istituzioni sulle conseguenze distruttive della catena produttiva provocata dall'ostinata abitudine di mangiare carne, e sui vantaggi dell'alimentazione 100% vegetale. Tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere per bloccare il ciclo devastatore che mette ogni anno sempre più a rischio la sopravvivenza del Pianeta. 
 
Possiamo agire subito cambiando la nostra alimentazione e facendo pressione sui legislatori per fermare la dittatura dell
a zootecnia, così difenderemo anche la foresta dalla distruzione. #NONCOMEPRIMA 

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