Cinque tempeste al giorno da inizio mese con ottobre 2020 che fa segnare 52 fenomeni metereologici estremi fra nubifragi, grandinate, tornado e bombe d’acqua che hanno provocato frane, esondazioni e vittime lungo la Penisola. E’ quanto emerge da una analisi della #coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) in riferimento alla nuova ondata di maltempo con allerta arancione su parte della Puglia e gialla sui restanti settori della Puglia, su parte di Veneto, Toscana e Sardegna e sull'intero territorio di Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, e Sicilia.
La nuova perturbazione si abbatte a macchia di leopardo sulle campagne dove - sottolinea la #coldiretti - è in pieno svolgimento la vendemmia ma anche la raccolta di mele, pere ed è iniziata quella delle olive e del riso, durante colpite dal maltempo con oltre 300 milioni di euro di danni nell’autunno 2020, tra mancati raccolti e strutture.
Il moltiplicarsi di eventi estremi – continua la #coldiretti – è la conseguenza dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono su un territorio reso fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con più di nove comuni su dieci a rischio per frane o alluvioni.
Sono infatti saliti a 7275 i comuni – continua la #coldiretti – con parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico, il 91,3% del totale ma la percentuale sale al 100% per Liguria sulla base dei dati Ispra. Il risultato è che – continua la #coldiretti – sono 7 milioni gli italiani che vivono in aree a rischio frane, alluvioni ed esondazioni di fiumi in una situazione di incertezza determinata dall’andamento meteorologico che condiziona la vita e il lavoro. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono che negli ultimi 25 anni ha fatto sparire oltre ¼ della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.
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