Le misure più restrittive colpiscono oltre 1 italiano su 2 (56%) che risiede in zone a massimo ed elevato rischio dove si registrano gli indici peggiori per quanto riguarda l’andamento dei contagi. E’ quanto emerge dall’analisi della #coldiretti sull’impatto delle nuova mappa della pandemia. Nelle regioni rosse – sottolinea la #coldiretti - sono state messe in “lockdown” 16,9 milioni di persone alle quali se ne aggiungono 16,8 che vivono nelle aree arancioni per un totale di 33,7 milioni di persone sottoposte a restrizioni su spostamenti, orari e attività commerciali e produttive.
La mappa delle zone rosse – continua la #coldiretti - vede la Lombardia che con 10,1 milioni di abitanti, il Piemonte con 4,3 milioni, la Calabria con1,9 milioni, la provincia di Bolzano con mezzo milione e la Valle d’Aosta con 125mila. Aree alle quali adesso si aggiungono la Sicilia con 4,9 milioni di abitanti, la Puglia con 4 milioni, la Toscana con 3,7 milioni, la Liguria con 1,5 milioni, l’Abruzzo con 1,3 milioni, l’Umbria con 900mila abitanti e la Basilicata con mezzo milione.
La nuova maxi area nazionale rossa e arancione blocca di fatto – specifica la #coldiretti - 234mila bar, ristoranti, pizzerie e gli agriturismi con una perdita di fatturato mensile di almeno 4,6 miliardi ed un drammatico effetto a valanga sull’intera filiera per il mancato acquisto di alimenti e vino. La serrata imposta dalle misure anti contagio sin estende a regioni dove molto diffuso è il consumo alimentare fuori casa e colpisce complessivamente quasi 2 locali su 3 (65%) di quelli esistenti in Italia compresi – evidenzia la #coldiretti - oltre 16mila agriturismi.
Nelle regioni dove si registrano scenari di elevata o massima gravità – sottolinea la #coldiretti - sono sospese tutte le attività di ristorazione e, quindi, anche la somministrazione di pasti e bevande da parte degli agriturismi. Nelle zone critiche – continua la #coldiretti - è consentita la sola consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali. Ma limitazioni permangono anche nel resto del territorio nazionale dove – evidenzia la #coldiretti – le attività di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite solo dalle ore 5,00 alle 18,00 con la possibilità sempre della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 della ristorazione con asporto.
Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua la #coldiretti - si fanno sentire a cascata sull’intera filiera #agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la #coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la #coldiretti - devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione in un settore chiave del Made in Italy.
© Copyright 2024