Cookie Consent by Free Privacy Policy website L’informativa climate change nei bilanci 2019 delle società italiane quotate
dicembre 04, 2020 - Deloitte

L’informativa climate change nei bilanci 2019 delle società italiane quotate

Deloitte analizza i bilanci di 226 società quotate per testare il livello di sensibilità sul tema #climatechange delle più importanti imprese italiane.

Nel 42% dei casi le relazioni finanziarie analizzate includono un’informativa climate, mentre il 58% delle relazioni finanziarie non evidenzia alcuna informativa. Dallo studio emerge che la consapevolezza del management sui rischi correlati al #climatechange è ancora a uno stadio iniziale ma è destinata a crescere rapidamente in considerazione dell’evoluzione della sensibilità dei consumatori e delle spinte da parte dei player di mercato (investitori e regulators in primis), che richiedono un atteggiamento consapevole nel contesto di formazione del bilancio.

I numeri della ricerca

  • 226 Relazioni Finanziarie annuali realizzate
  • 95 società riportano espliciti riferimenti al Climate change
  • 14 società forniscono Disclosure sia in Relazione sulla gestione sia in Nota integrativa
  • 10 società trattano il #climatechange tra i Rischi in Nota integrativa

Highlights

  • Il 42% delle relazioni finanziarie analizzate, relative a 95 entità, include un’informativa climate, seppur con livelli di dettaglio molto diversificati tra loro, mentre il 58% delle relazioni finanziarie, relative a 131 entità, non evidenzia alcuna informativa.
  • Tra quelle che hanno affrontato il tema, la maggior parte delle Società ha fornito una informativa con un livello di approfondimento “basso” (41%) o “medio” (39%), mentre solo il 20% fornisce una informativa con un livello di dettaglio “alto”.
  • La maggior parte delle società che ha fornito un “alto” livello di dettaglio nell’informativa #climatechange appartiene ai settori "Oil, Gas & Chemicals" e "Power & Utilities" e in misura minore, ma comunque significativa, "Insurance" e "Banking".

Milano, 4 dicembre 2020Per fotografare lo stato attuale dell’informativa climate change fornita dalle società quotate sul Mercato Telematico Azionario, gestito e regolamentato da Borsa Italiana, #deloitte ha analizzato i bilanci di 226  società quotate italiane relativi all'esercizio 2019.

Le Società sono state classificate in sei macro-settori (Industry) e 18 sotto-settori (Settori), con l’obiettivo di esaminare le correlazioni tra informativa di bilancio sul #climatechange e core business delle entità. All’esito dell’analisi dei 226 bilanci inclusi nel perimetro, #deloitte ha rilevato che il 42% delle relazioni finanziarie analizzate, relative a 95 entità, include un’informativa climate, seppur con livelli di dettaglio molto diversificati tra loro, mentre il 58% delle relazioni finanziarie, relative a 131 entità, non evidenzia alcuna informativa.

L’analisi ha riguardato il bilancio d’esercizio e il bilancio consolidato, quest’ultimo per le società che lo predispongono, nonché la relazione sulla gestione ad essi correlata. Si è invece esclusa dall'analisi, l'informativa fornita nella Dichiarazione Non Finanziaria, salvo tale informativa non sia inclusa nella Relazione finanziaria consolidata. L’obiettivo dell’analisi, infatti, vuole essere quello di analizzare in modo specifico la trattazione del rischio #climatechange nel bilancio, nonché le conseguenti interrelazioni – in tale ambito - in termini di rischi, di valutazioni e di informativa fornita. 

«Dallo studio condotto traspare un buon grado di consapevolezza, soprattutto per le società appartenenti a settori caratterizzati da fattori di rischio più rilevanti, rispetto al fatto che il #climatechange costituisca un elemento rilevante nel contesto dei rischi aziendali e in quanto tale necessiti di essere incorporato nella strategia di gestione dei rischi e quindi nella relativa informativa di bilancio. Il processo è certamente nelle sue fasi iniziali e in corso di evoluzione ma il fatto che più del 40% delle relazioni finanziarie annuali affrontino, seppur con livelli di approfondimento significativamente diversi, la tematica, è indice che il processo è stato avviato e che la necessaria consapevolezza, richiamata in precedenza, è crescente tra i preparers. Nei prossimi anni ci aspettiamo importanti cambiamenti e impatti significativi per le società, e conseguentemente per i loro bilanci sia in termini di assunzioni sottostanti le stime sia in termini di articolazione e trasparenza dell’informativa fornita», spiega Stefano Dell’Orto, Audit & Assurance Leader di #deloitte.

Nello svolgimento dell’analisi #deloitte si è focalizzata sulla presenza di informativa in merito al #climatechange, sulla collocazione all’interno della relazione finanziaria annuale e sul livello di approfondimento "dell'informativa fornita", prendendo a riferimento anche i principi TCFD. Emerge chiara la correlazione tra la presenza di informativa e il settore di appartenenza delle società: si ha una netta evidenza di come il settore e quindi il business costituiscano il driver più rilevante. L’analisi mostra un sostanziale equilibrio fra società industriali e società finanziarie: in particolare il computo evidenzia che circa il 42% delle entità industriali ha fornito informativa, percentuale di fatto del tutto analoga nel contesto delle società operanti nell’ambito dei financial services.

Per quanto riguarda la collocazione dell’informativa all’interno della "Relazione finanziaria annuale", dall’analisi è emerso che la quasi totalità presentava disclosure sul #climatechange all’interno della Relazione sulla gestione (96%, ovvero 91 su 95 entità); di queste, solo 24 hanno dato informativa anche in altri contesti della Relazione finanziaria annuale (“Altre sezioni” o “Lettera agli azionisti”).

Guardando alle “Note integrative”, ovvero “Note esplicative del bilancio”, in 17 casi su 95 si è riscontrata informativa sul #climatechange, con particolare riguardo ai Rischi e alle "Politiche contabili e criteri di valutazione". Eccezionalmente si sono riscontrate considerazioni di merito con riferimento alle singole voci di bilancio e più in particolare per quel che concerne la valutazione delle immobilizzazioni, con particolare riferimento all’impairment test degli avviamenti iscritti e alla recuperabilità del valore di carico delle partecipazioni. Il 13% delle Relazioni finanziarie annuali presenta, infine, disclosure in “Altre sezioni”, diverse da quelle precedentemente indicate. Il tema è principalmente trattato all’interno della “Lettera agli azionisti”, rimarcando il carattere strategico della tematica. 

«Un ostacolo rilevante all’affermazione della rendicontazione sul #climatechange è l’assenza di metriche universali. L’introduzione di standard di riferimento e requirement minimi potrebbero costituire elementi guida per gli addetti ai lavori ma soprattutto criteri oggettivi per consentire una comparabilità delle informazioni fornite. Il requirement di uniformità dell’informativa rispetto alle linee guida introdotte dal TCFD costituirebbe un effettivo cambiamento di impostazione che potrebbe influire in modo significativo sulla qualità e completezza delle informazioni fornite, in attesa dell'avvio di uno dei processi di standard setting armonizzato su scala globale», aggiunge Massimiliano Semprini, Partner di #deloitte e Italian IFRS Centre of Excellence Leader.

«L’impressione complessiva che si desume dallo studio effettuato è quella di un management consapevole dei rischi correlati al #climatechange, con particolare focus sui profili gestionali e di business. Sembra invece ancora mancare una correlazione esplicita tra informativa fornita in merito alla valutazione dei rischi e i relativi riflessi nel contesto dell’elaborazione delle stime contabili potenzialmente impattate e più in generale della valutazione delle poste di bilancio, in parte motivata dal fatto che le azioni di adeguamento sono, al momento, ancora disegnate ad alto livello con difficoltà a stimarne costi ed impatti. Appare ad uno stadio di maturità ancora iniziale anche l’informativa fornita in merito alla valutazione dei rischi inclusa nella nota integrativa: nella maggior parte dei casi vi sono riferimenti di carattere generale al #climatechange a proposito di strategia e rischi, ma non vi è una declinazione specifica per l’entità e/o un’indicazione di come siano mitigati», conclude Mauro Di Bartolomeo, National Professional Practice Director

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