Cookie Consent by Free Privacy Policy website Cop 26, LAV: diabolico perdere un'altra occasione, manca il coraggio di cambiare
novembre 15, 2021 - Lav

Cop 26, LAV: diabolico perdere un'altra occasione, manca il coraggio di cambiare

Il Glasgow Climate Pact, firmato ieri sera, afferma che per limitare il riscaldamento a 1,5 C sono necessarie riduzioni rapide, profonde e sostenute delle emissioni globali di #gas serra, compresa una riduzione del 45% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030 rispetto al livello del 2010 e stabilisce che nel 2022 i Paesi devono tornare al tavolo con piani più ambiziosi.

La fine dei combustibili fossili pare avvicinarsi – molto gradualmente - ma, nonostante anni di colloqui, le emissioni continuano ad aumentare e l'impatto della zootecnia rimane trascurato e fuori dai negoziati, mentre l'emergenza climatica è sempre più presente e si manifesta con numerosi eventi distruttivi al giorno.

Oltre al danno, la beffa: gli allevamenti sono tra i maggiori responsabili di emissioni di #gas serra a livello globale, eppure i menu destinati ai delegati e ai partecipanti alle 2 settimane di negoziati della COP26 di Glasgow, abbondavano in carne, uova e latticini (il 60% dei piatti). Con approccio quantomeno superficiale, tali cibi sono stati definiti sostenibili solo perché provenienti da allevamenti ad un massimo di 100 chilometri dalla capitale scozzese. Un menu simbolo delle contraddizioni di una conferenza che dovrebbe trovare soluzioni per affrontare il cambiamento climatico, e che però lascia di fatto fuori dal dibattito il ruolo dell'alimentazione basata su prodotti di origine animale. Ed invece proprio quest'ultimo che deve obbligatoriamente entrare nell'Agenda della COP27, che si terrà in Egitto nel novembre 2022, ed uscire dai menu.

Ma se il menu ha simbolicamente mostrato la contraddizione evidente, anche gli impegni presi dai partecipanti ai negoziati mostrano gravi lacune. Oltre cento Paesi hanno firmato la Global Methane Pledge impegnandosi per la riduzione delle emissioni globali di metano del 30% entro il 2030: un impegno che non possiamo accogliere positivamente, dal momento che il ruolo del sistema #agroalimentare appare come marginale, quando invece il 40% delle emissioni di metano a livello globale dipendono dal settore agricolo, e di queste il 32% dalla zootecnia.

I leader mondiali partecipanti ai negoziati hanno anche promesso di mettere fine alla deforestazione entro il 2030. Senza obiettivi specifici e sanzioni previste, appare però difficile, anche in questo caso, apprezzare la credibilità di queste dichiarazioni.

 

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare