Cookie Consent by Free Privacy Policy website Terremerse e Fondazione Navarra, sperimentazione sul nocciolo
ottobre 17, 2022 - Terremerse

Terremerse e Fondazione Navarra, sperimentazione sul nocciolo

Per offrire alle imprese agricole un nuovo slancio imprenditoriale

A fine 2021, la Cooperativa Terremerse e la Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra hanno realizzato un campo sperimentale di nocciolo della superficie di 1 ettaro nella sede della Fondazione (e dell’Istituto Agrario Statale) a #malborghettodiboara (FE).

Nel campo sono ospitate ben 12 varietà, 6 classiche e 6 fra quelle che si stanno dimostrando molto interessanti per i prossimi anni. Due i sesti di impianto scelti (il tradizionale 5x4 metri e l’intensivo 4x2). Inoltre, è stato installato un impianto con doppia ala gocciolante interrata, sistema di fertirrigazione, sonda di umidità del terreno e centralina meteo.

I principali obiettivi del campo sperimentale sono: verificare le condizioni di adattabilità pedoclimatiche per ogni varietà nell’areale della Pianura Padana; verificare il comportamento dei due sesti d’impianto sulle due forme d’allevamento che si andranno a creare (vaso cespugliato e alberello); dare un contributo alla ricerca varietale e vivaistica; fare sperimentazione su difesa, concimazione, diserbo e irrigazione, anche per validare il basso impatto ambientale della coltura; verificare con le industrie di trasformazione la qualità e la resa in sgusciatura delle nuove varietà.

Terremerse crede molto nel nocciolo per i vantaggi tecnici, agronomici e commerciali che può garantire all’azienda agricola. Infatti, l’imprenditore agricolo, e non solo, dovrà sempre più fare i conti con alcuni importanti fattori di estrema attualità, come la scarsità delle precipitazioni piovose, la difficolta nel reperire manodopera, la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli, la riduzione del numero di agrofarmaci utilizzabile per il controllo di malattie e insetti. Il clima, è sotto gli occhi di tutti, sta cambiando e piove sempre meno. Il nocciolo è fra le colture arboree con la minor necessità di acqua. Inoltre, questa coltura è fortemente meccanizzabile, con la possibilità di utilizzare alcuni macchinari già esistenti nelle aziende. I mercati dei prodotti agricoli, vedi ad esempio cereali e frutta fresca, sono sempre più altalenanti. Offrendo un contratto di coltivazione pluriennale, #Terremerse può in parte garantire stabilità all’impresa agricola. Non da ultimo, è bene ricordare che il nocciolo, essendo una cultura rustica e ben adattabile a diversi territori, richiede anche un basso impiego di agrofarmaci. «Tutti elementi che configurano il nocciolo come una coltura assolutamente sostenibile, sotto ogni punto di vista: ambientale, economico e sociale – sottolinea Marco Casalini, Presidente di Terremerse – Ecco perché abbiamo avviato con Ferrero il Progetto Nocciolo per la messa a dimora di 600 ettari nelle regioni maggiormente vocate, tra le quali l’Emilia-Romagna. Il Progetto è per la nostra Cooperativa e per i nostri soci un’iniziativa di massima importanza perché rappresenta la volontà di diventare attori di una filiera di qualità, tracciabile, 100% italiana».

Inoltre, la nocciola, a differenza di altri frutti a guscio, gode già di una certa notorietà nazionale e internazionale grazie ad alcuni prodotti simbolo del Made in Italy, come la famosissima crema spalmabile, i cioccolatini degli innamorati, i celebri wafer degli gnomi, per citarne solo alcuni, e questo aspetto è sicuramente da traino anche per la parte produttiva. Infatti, le industrie dolciarie italiane sono sempre più alla ricerca di prodotto nostrano, sinonimo di qualità e salubrità, spesso inserito anche nei disciplinari IGP e DOP. L’italianità della nocciola è quindi un plus riconosciuto e di valore, anche perché le migliori varietà coltivate nel nostro Paese hanno tutte origini autoctone e non sono d’importazione. 

«Con questa sperimentazione, inoltre, l’idea della Fondazione è quella di testare la coltura del nocciolo come esigenza di offrire alle imprese agricole locali, e non solo, un nuovo slancio imprenditoriale, attraverso il trasferimento del proprio know-how derivante dalle prove in campo – sottolinea Nicola Gherardi Ravalli Modoni, Presidente Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra - L’idea è di valutare la possibilità di ampliare le colture all’interno di un impianto frutticolo, oppure di sostituire vecchi impianti compromessi da fitopatogeni e problematiche climatiche. Inoltre, per chi coltiva seminativi, il nocciolo può diventare un’alternativa, in quanto si tratta di una coltura altamente meccanizzata e a basso impiego di manodopera».

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare

Ti potrebbe interessare anche

novembre 23, 2020

Dal 1° gennaio 2021 la Cooperativa, che festeggerà i 110 anni, sarà anche Organizzazione di Produttori, unica realtà in Italia per...