Nell’anno dell’emergenza Covid, in controtendenza rispetto al crollo generale, fra i settori produttivi simbolo del Made in Italy si salva solo l’agroalimentare trainato dal record storico delle esportazioni che superano i 46,1 miliardi di euro, ai massimi di sempre. E’ quanto emerge dall’analisi della #coldiretti sulla base del rapporto sulla competitività dei settori produttivi dell’Istat. Mentre il tessile e automotive registrano tagli drammatici, tiene solo la produzione delle imprese del comparto alimentare che – sottolinea la #coldiretti – diventa così la prima ricchezza del Paese.
Un risultato ottenuto grazie alla fame di Made in Italy sulle tavole di tutto il mondo dove nonostante la pandemia Covid si registra – precisa la #coldiretti – un andamento positivo con un aumento dell’1,7% nel 2020 rispetto all’anno precedente. Mentre la crisi globale – rileva la #coldiretti - ha colpito l’export della manifattura con -12,6% per i macchinari, -19,5% per il tessile, abbigliamento e pelli e -11,6% per i mezzi di trasporto.
All’estero con il lockdown i consumatori stranieri non hanno fatto mancare la presenza dei prodotti più tradizionali dell’alimentare Made in Italy che mostra una grande capacità di resilienza nonostante le difficoltà degli operatori e dell’economia. La crescita della domanda di cibi e bevande all’estero – continua la #coldiretti – è trainata dalla Germania (+6,6%) che è il primo partner dell’Italia seguita dagli Usa (+5,4%) nonostante i dazi che hanno colpito i prodotti più significativi e che sono stati superati dalla nuova amministrazione Biden.
“L’Italia può ripartire dai punti di forza con l’agroalimentare che ha dimostrato resilienza di fronte la crisi e può svolgere un ruolo di traino per l’intera economia” afferma il presidente della #coldiretti #ettoreprandini nel sottolineare che nell’agroalimentare è possibile creare un milione di nuovi posti di lavoro #green entro i prossimi 10 anni con una decisa svolta dell’agricoltura verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale.
Digitalizzazione delle campagne, foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città, invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua, chimica verde e bioenergie per contrastare i cambiamenti climatici ed interventi specifici nei settori deficitari ed in difficoltà dai cereali all’allevamento fino all’olio di oliva sono alcuni dei progetti strategici cantierabili elaborati dalla #coldiretti per la crescita sostenibile del Paese.
“Dobbiamo ripartire dai nostri punti di forza per dimezzare la dipendenza alimentare dall’estero” afferma il presidente di #coldiretti #ettoreprandini nel sottolineare che “l’allarme globale provocato dal Covid con i prezzi dei prodotti alimentari di base a livelli record ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma anche le fragilità presenti in Italia sulle quali – conclude Prandini – occorre intervenire per difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero in un momento di grandi tensioni internazionali”.
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