Cookie Consent by Free Privacy Policy website Mediterraneo Slow: un mare di diversità che dialogano a partire dal cibo
ottobre 09, 2023 - Slow Food Italia

Mediterraneo Slow: un mare di diversità che dialogano a partire dal cibo

Costruire ponti di pace a partire dai cibi che rappresentano la cifra essenziale del Mediterraneo: l'incontro, lo scambio, l'identità che nasce e si rafforza grazie alle differenze, il dialogo. Un dialogo durato millenni che a un certo punto si è perso. Da molto tempo infatti il Mediterraneo ha smesso di unire e ha iniziato a separare. Lu mari cucchia li paìsi ca sparti – il mare unisce i paesi che divide – si legge in un murales lungo le coste del Tarantino, e all'indomani di Mediterraneo Slow questo aforisma risuona come un invito a realizzarli questi ponti.

 

Buona la prima!

La tre giorni di Mediterraneo Slow, la manifestazione organizzata dal Comune di Taranto, in collaborazione con Slow #food Italia e Slow #food Puglia e la partecipazione della Regione Puglia, chiude con un bilancio più che positivo: migliaia di persone hanno affollato la Rotonda dei Marinai d'Italia con il mercato della terra e del mare, animato da 70 produttori dei Presìdi e delle comunità Slow #food pugliesi, le conferenze e i forum, gli show cooking con i cuochi dell'Alleanza Slow #food, le degustazioni e le attività per bambini. Un'edizione zero fortemente voluta dal Comune di Taranto, realizzata in particolare grazie al supporto dell'assessorato allo Sviluppo economico, Promozione territoriale, Innovazione che segna un'ulteriore tappa nel dialogo avviato a partire dal 2018 con Slow #food Puglia e #slowfooditalia. Un percorso che oggi vede già impegnate le tre realtà a progettare le prossime edizioni dell'evento.

«La risposta dei cittadini e l'interesse da loro mostrato verso le produzioni sostenibili e di qualità – il commento del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci – hanno aumentato la consapevolezza di quanto siano necessari eventi come Mediterraneo Slow. Per questo lo ripeteremo e confermeremo il rapporto con Slow #food, perché anche in materia di #food policy vogliamo che Taranto sia esemplare, come lo è rispetto ai processi di transizione ecologica ed economica che abbiamo codificato nel nostro piano "Ecosistema Taranto". Portabandiera di questa attitudine è già, e lo sarà ancora, la nostra cozza nera, presidio che abbiamo conquistato con impegno e fatica e che consegniamo a produttori e comunità affinché vi si possa costruire intorno il racconto della nuova Taranto. La vocazione mediterranea della città, infine, si è consolidata anche in termini geopolitici, avendo ospitato in questa edizione "zero" dell'evento il consiglio internazionale di Slow #food27 nazioni che hanno dialogato di cibo, cultura ed equità. Taranto unisce popoli e culture, quindi, come per secoli ha fatto il "mare nostrum"».

«Mediterraneo Slow, fin da questa edizione, rappresenta una delle manifestazioni su cui punta #slowfooditalia, insieme a Terra Madre Salone del Gusto, Cheese, Slow Fish e Slow Wine Fair. Per il 2023 abbiamo voluto lavorare per costruire una vetrina per i produttori pugliesi, connettendo i primi nodi di una rete che lanceremo nei prossimi anni, a partire dal 2024, ai popoli delle altre sponde, arricchendo la manifestazione con le storie dei produttori e le culture gastronomiche del Mediterraneo» ha sottolineato Daniele Buttignol, amministratore unico di Slow #food Promozione.

«Il Mediterraneo rappresenta l'uno per cento dei mari del mondo, ma contiene il dieci per cento di biodiversità marina. Un mare dove con-vivere, non dove morire. In questo senso vogliamo riporre fiducia nella nostra mediterraneità dimenticata: un modo di stare al mondo, un umanesimo meridiano che si concretizza nella capacità di provare empatia verso il prossimo, e verso il vivente tutto – ha dichiarato Barbara Nappini, presidente di Slow #food Italia -. Per noi di Slow #food lo strumento d'elezione per rigenerare un'umanità mediterranea è il cibo: olivo, vite e grano, ma anche la piccola pesca e la mitilicoltura. Taranto in questi anni ha dimostrato di essere una città capace di pensarsi diversa, senza derogare le questioni ambientali a favore di vantaggi economici, proprio perché ha vissuto e sofferto sulla sua pelle le conseguenze di questo grave errore».

Maggiori informazioni nel comunicato stampa da scaricare